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UMBERTO PESCHI
Tornato dalla Campagna Africana si è stabilito a Roma dove ha lavorato in quest'ultimo periodo con artisti di fama. Trovandosi ora temporaneamente a Macerata egli ha il suo piccolo studio di via Lauro Rossi, dove continua a svolgere il suo programma artistico con fede e profitto. Il lavoro è la sua vita la vita è il suo lavoro. Passa con facilità dai più fantasiosi pannelli stile rinascimento che gli procura il necessario per vivere alle sue sculture costitute da figurine a volte prese da desideri strani ma non prive di una certa efficacia plastica. Scolpisce e modella con quel gratuito gusto acquisito da tutta una generazione di scultori fatti cadere in «trance» da tanti secoli di storia e di cultura: nessuna ricerca nessun desiderio, almeno per il momento di accostarsi a manifestazioni artistiche a contatto con l'etica della vita che corre. Per tutto ciò, si può avere però sicure speranze nella sua sincerità di artista che non gli permette di abbandonare posizioni già raggiunte, senza aver prima vagliato con serietà le possibilità di sviluppo. Qualità se ne riscontrano in abbondanza in questo giovane ancora alle prime armi, specialmente in una serie di figurine ispirate dal suo soggiorno in Africa e che fanno ripensare a quelle sculture del periodo negro praticato a Parigi da tutta una generazione di artisti da Picasso a Modigliani. È tra queste sculture, che sembrano eseguite per passatempo dall'artista, tanto limitate sono le loro dimensioni, che notiamo una piccola testina di nera etiope di vero valore; i caratteri somatici e spirituali sono ottenuti con vero sentimento plastico; la tragedia di tutta una razza bollata da una ormai infranta schiavitù, affiorano potentemente in quegli occhi vuoti pieni di tristezza; il ritmo plastico dell'ampia fronte prevale sul tutto; il piccolo naso camuso spazia nella plastica larga della parte inferiore del volto che si completa nell'efficace atteggiamento delle labbra le quali, pur gonfie di sensualità, comunicano un senso di profonda amarezza. Un giovane che picchia sodo con il suo mazzuolo e con le sue idee come il nostro Umberto scoprirà senz'altro il proprio sentiero che lo porti verso se stesso; la «Mostra dei sotto i trenta", lo presenterà per la prima volta alla sua città dove ha studiato nella R. Scuola Professionale di Tirocinio e dal cui insegnamento ha saputo trarne così alto profitto.
Sante Monachesi
Da "L'Azione Fascista", Macerata, 27 dicembre 1937
Artisti che espongono alla Mostra dei «Sotto i trenta».
(Dal catalogo “Monachesi futurista – Anni trenta” a cura di Enrico Crispolti – Macerata – Luglio 1983)
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