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Là, dove volano i palloni...
Narrano le vecchie cronache che per l'inaugurazione dello sferisterio.il buon popolo maceratese venne allietato da inoltì e vari spettacoli, fra i quali grande curiosità ed interesse riscosse il volo del pallone aerobatico, condotto dal sig. Orlandi, bolognese. Volo tanto atteso quanto sfortunato, chè al primo tentativo "il globo urtò nella terrazza da piedi, o sia nello spicolo", come annotò diligentemente il Tartufari nel suo "Diario" . Ma la sfortuna non finl lì, perchè -durante la notte -il pallone, spinto da un vento "un poco gagliardo", ruppe gli ormeggi e se ne volò via verso il mare, dove fu ripescato dalle parti di Pedaso, dopo essere stato abbattuto a colpi di archibugio. Altri palloni, nel tempo, riuscirono comunque ad innalzarsi felicemente dall'Arena, sempre seguiti da un gran concorso di pubblico attento ed emozionato; le ascensioni non durarono però a lungo: i nostri bisnonni, ormai smaliziati, si stancarono presto di stare con il naso in aria, anche perchè non vennero più rallegrati da qualche precipitosa discesa. Poi, il volo con il pallone non fu più un fenomeno da fiera paesana: sopravvisse ancora per qualche decennio, nel vicino Borgo, la consuetudine d'innalzare -per le feste rionali settembrine- un enorme globo di carta colorata gonfiato di aria calda. Il punto di partenza era il cortiletto della Chiesa del S. Cuore; il punto di arrivo, la campagna circostante, il mare no, era troppo lontano per un semplice palIone di carta, spinto solo dal venticello estivo e dall'aria calda prodotta da un po' di carbonella. E gli anni sono via via trascorsi, uno dietro l'altro, così come scorrono i fiumi, giù nelle vallate del Chienti. e del Potenza: a volte tranquilli, a volte impetuosi, sempre però senza più ritornare, perchè la goccia d'acqua non ripassa mai nell'alveo che ha appena percorso.
Lo sferisterio ora non risuona dei colpi secchi della palla di cuoio, che rimbalza contro l'alto muro di mattoni cotti, battuta da un bracciale di legno dalle acute punte; altri suoni si odono nelle calde notti estive, appena rinfrescate da una leggera brezza verso l'alba. 160 anni sono così passati da quel lontano giorno che vide conclusa la generosa fatica di 100 consorti; la ricorrenza è stata festeggiata un po' in sordina: niente spari, niente luminarie o bande. Musica sì, (solo quella di stagione), ma niente corride con cani e tori, come un tempo.
E soprattutto, nessun pallone aerobatico con passeggero a bordo, a ritentare le vie del cielo, tra lo stupore e la curiosità dei nostri concittadini. Ma d'improvviso, in una tiepida giornata di dicembre, un globo è apparso all'esterno dello sferisterio, su una delle aiuole che ornano la piazza. Sbarre di ferro dolcemente curvate si intersecano a formare una sfera perfetta che si staglia leggera contro le arcate dell'Arena, quasi in attesa di un colpo di vento che la sollevi su in alto. Alla sua costruzione ha posto mano Umberto Peschi, che con lo Sferisterio ha da sempre un rapporto speciale, anche perchè abita lì nei pressi. L'Artista -uso al legno, che scava e penetra nelle sue fibre più intime con la pazienza di un tarlo, alla ricerca di una bellezza geometricamente perfetta -ha questa volta fatto ricorso ad un materiale altrettanto nobile e povero nel contempo, utilizzandolo per racchiudere una bolla d'aria tra brunite sbarre di ferro. E cosl dopo 160 anni un altro pallone aerobatico è pronto ad innalzarsi dall'Arena; in attesa di trovare il coraggioso che lo guidi per le vie del cielo, hanno ben pensato di ancorarlo saldamente al suolo, per impedire che -come accadde la prima volta -un colpo di vento improvviso lo sospinga su in alto e lo porti verso il mare.
Siriano Evangelisti
(Testo dalla Cartella realizzata in n.40 esemplari per il 160° anniversario del l'inaugurazione dello Sferisterio. Dicembre 1989. Foto di Secondo Ridolfi).
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